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Campioni dello sport e lenti a contatto

Nel mondo dello sport ci sono pochi dubbi che sia la vista il senso più importante e se manca si ricorre alle lenti a contatto. Vederci bene serve ai calciatori per inquadrare al meglio gli...

Contactlens

Nel mondo dello sport ci sono pochi dubbi che sia la vista il senso più importante e se manca si ricorre alle lenti a contatto.

Vederci bene serve ai calciatori per inquadrare al meglio gli spazi in cui far passare il pallone e in altre discipline ha un ruolo anche più rilevante. Pensiamo ad esempio ai tennisti, ai piloti o ancora di più agli sciatori delle discipline alpine, in cui le traiettorie scelte fanno la differenza visto che si gareggia sul filo dei centesimi.

Nel corso degli anni la tecnologia ha reso le lenti a contatto sempre più performanti, sia in termini di comfort che in quelli di resistenza.

Sono lontani i tempi in cui il danese del Milan Martin Laursen ogni tanto era costretto a cercare tastoni sul campo la lente a contatto che gli era schizzata via dall’occhio dopo un contrasto di testa.

I prodotti di ultima generazione sono perfetti anche per gli sportivi di vertice e così in pochi sanno che pure John Terry, Federico Balzaretti e diversi altri campioni non sono in realtà dei veri e propri “occhi di lince“…

Anche in altre discipline sono tanti i campioni dello sport che si aiutano nella loro attività con le lenti a contatto.

Nei motori è il caso di Jacques Villeneuve, campione del mondo 1997 di Formula 1, che dopo aver corso a lungo con gli occhiali (perché i suoi occhi mal sopportavano le lenti a contatto in commercio nei primi anni Novanta) nel 1996 iniziò a usare le lenti traendone subito grande vantaggio.

Ancora più importanti questi strumenti sono stati per il campione di tennis Novak Djokovic, a lungo numero uno del mondo prima di venire spodestato da Rafael Nadal:

Per un tennista è fondamentale poter giocare con le linee del campo. Far rimbalzare la palla il più vicino possibile alla linea di fondo toglie un tempo all’avversario, che deve verificare se la palla resterà in campo o meno, e ti da un certo vantaggio perché hai i centesimi che ti consentono di piazzarti meglio sulla tua metà campo e potendo così mettere a segno una risposta migliore.

Ancora più importante la precisione visiva risulta al servizio, tra un ace e un fallo la differenza è minima”.

Pure l’Italia ha una sua stella che senza le lenti a contatto non sarebbe lui, parliamo del campione olimpico di slalom speciale Giuliano Razzoli che a Vancouver 2010 ha fatto della precisione nel passare a qualche millimetro dai pali la propria forza, consentendogli di andare a vincere l’unica medaglia d’oro della spedizione azzurra in terra canadese.

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