Piangere fa bene? Sembra proprio di sì. Anzi, diversi studi scientifici (come quelli condotti qualche anno fa dai ricercatori dell’Università della California) hanno dimostrato che piangere fa benissimo. Qualche lacrima ogni tanto sarebbe un autentico toccasana sia per il corpo sia per la mente.
Cominciamo dal corpo. Gli effetti benefici di un bel pianto sono diversi: distende i muscoli, abbassa la pressione del sangue, riduce l’assorbimento dell’ossigeno nei globuli rossi.
E, ciliegina sulla torta, piangere ridurrebbe il rischio di infarto. Lo affermano i cardiologi della University of Maryland Medical Center. Secondo i quali un centinaio di pianti avrebbero lo stesso effetto benefico di un quarto d’ora di corsa in bicicletta.
Non bisogna poi dimenticare che piangere farebbe bene anche alla mente. Contribuendo a ridurre il livello di stress della persona. In che modo? Le lacrime del pianto sono ricche di corticotropina e prolattina, due ormoni presenti in alti livelli quando la persona si trova in stato di stress. Inoltre nelle lacrime del pianto è anche presente manganese, che si trova in alte concentrazioni nel cervello delle persone depresse.
A questo bisogna aggiungere gli studi psicologici. Tali studi dimostrano che, dopo un bel pianto a dirotto e liberatorio, l’88% delle persone si sente decisamente meglio. Stilando una piccola classifica, gli uomini piangono circa 7 volte l’anno contro le 47 delle donne.
Bisogna però fare attenzione a un aspetto, evidenziato dal biochimico statunitense William Frey e dalle ricerche da lui condotte. Quanto detto finora vale soltanto per il pianto emozionale, quello cioè naturale, vero. Invece le “lacrime indotte”, come ad esempio per gli effluvi di cipolla o per la presenza di un corpuscolo estraneo nell’occhio, non hanno lo stesso effetto.
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Fonte immagine: Flickr.com/photos/marleahjoy
