Il test del riflesso rosso nei neonati viene effettuato perché serve per escludere o individuare patologie significative e dove possibile intervenire per migliorare la diagnosi.
Viene effettuato con l’utilizzo di un oftalmometro, la luce trasmessa da quest’ultimo attraversa i mezzi diottrici dell’occhio (cornea, cristallino, umor vitreo), viene riflessa dalla retina e ritorna verso l’apertura dell’oftalmometro, fino all’occhio dell’esaminatore. Se la luce riflessa incontra degli ostacoli, per esempio un cristallino opacizzato (cataratta congenita), il riflesso viene alterato e quindi l’esaminatore può diagnosticare una patologia.
Come abbiamo detto il test del riflesso rosso va effettuato alla nascita e comunque entro le 16 settimane di vita, questo è fondamentale per riuscire ad intervenire in modo efficace e per salvaguardare la salute degli occhi del bambino. I pediatri effettuano questo test più volte per i primi tre anni di vita, perché ci sono delle patologie gravi che si manifestano dopo qualche tempo, come per esempio il retinoblastoma, che è accompagnato sempre da leucocoria (riflesso biancastro della pupilla), in questo caso un tempestivo intervento è indispensabile non solo per la visione, ma per la vita stessa del bambino.
La collaborazione tra neonatologo e pediatra può contribuire a ridurre significativamente gli effetti drammatici di patologie come la cataratta congenita e il neuroblastoma, quindi l’auspicio dei professionisti del settore è quello di riuscire ad avere dei protocolli di standardizzazione mirati a ottenere una partecipazione bilaterale.
Adesso sapete cos’è il test del riflesso rosso nei neonati e quanto sia importante.