La cataratta congenita. Conosciamola e scopriamo come curarla.

La cataratta congenita è un’opacizzazione del cristallino. Insorge durante lo sviluppo visivo, quindi nei primissimi mesi di vita di un bambino. Le cause della cataratta congenita possono essere diverse: disordini metabolici, difetti genetici, uso di...

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La cataratta congenita è un’opacizzazione del cristallino. Insorge durante lo sviluppo visivo, quindi nei primissimi mesi di vita di un bambino.
Le cause della cataratta congenita possono essere diverse: disordini metabolici, difetti genetici, uso di farmaci durante la gravidanza, infenzioni intrauterine. Il 10% della cecità infantile mondiale è causato proprio da questo difetto visivo: un neonato su 250 ha una qualche tipologia di opacità del cristallino.

Come si individua e quali conseguenze può portare la cataratta congenita?

La cataratta congenita, impedendo lo sviluppo normale dell’apparato visivo di un bambino, può comportare difetti quali ambliopia (alterazione della visione dello spazio, meglio conosciuta con il termine di “occhio pigro”), strabismo (deviazione degli assi visivi) o nistagmo (movimenti oscillatori, ritmici e involontari dei globi oculari).
Come è possibile individuare una cataratta congenita? occhio-catarattaMolto spesso sono i genitori stessi ad accorgersi che qualcosa non procedere come dovrebbe. I fattori che ci aiutano a capire se il nostro bambino soffre di cataratta congenita sono essenzialmente tre: un riflesso pupillare biancastro (nome tecnico “leucocoria“) il quale può essere rilevato osservando con una luce diretta la pupilla; uno strano riflesso rosso nelle fotografie, individuabile attraverso l’oftalmoscopio; oppure ancora una difficoltà crescente nella relazioni interpersonali, causata appunto da un anomalo sviluppo visivo.

Come risolvere il problema della cataratta congenita?

Per eliminare il problema bisogna liberare l’asse ottico per fare in modo che le immagini raggiungano la retina, tutto ciò è possibile unicamente con l’asportazione chirugica del cristallino. Se la cataratta congenita è bilaterale è sconsigliabile operare immediatamente entrambi gli occhi in contemporanea, sarebbe meglio iniziare da quello con l’asse visivo più ostacolato e, una volta resa simmetrica l’opacità, considerare l’opzione di un’operazione simultanea. La cosa importante in questi casi è la tempestività: l’intervento effettuato entro le 4 settimane di vita aiuta ad evitare conseguenze quali strabismo e nistagmo. Buona norma sarebbe operare le cataratte unilaterali entro la sesta-ottava settimana, mentre la cataratta bilaterale entro la decima settimana di vita del bambino.
Ricordate che non in tutti i casi è indispensabile ricorrere alla chirurgia: le cataratte modeste che non interferiscono sulla capacità visiva del bambino non necessitano di un’operazione.

E dopo l’operazione?

A seguito dell’intervento chirurgico, inizia la fase di riabilitazione, durante la quale il bambino potrebbe portare gli occhiali (nel caso in cui sia molto piccolo e la cataratta congenita fosse bilaterale), le lenti a contatto morbide (se ha pochi mesi di vita e la cataratta congenita fosse monolaterale) oppure si potrebbe decidere di impiantare un cristallino artificiale.
Questo è un argomento che desta ancora molti dubbi, in quanto bisogna valutare bene la combinazione tra impianto ed età del paziente. Più piccolo è il bambino e maggiori possono essere le complicazioni che derivano dall’impianto.
Ad ogni modo, a seguito dell’operazione chirurgica per la correzione della cataratta congenita occorre anche trattare l’ambliopia, generalmente mediante una benda oppure una lente a contatto nera.

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